10 aprile 2008

Sipario

Prologo: questo post è davvero molto intimo, non è scritto per sbandierare quello che è successo, ma serve a me personalmente per completare il ciclo degli eventi.

Termina finalmente la serie di giorni bui e tetri che mi hanno afflitto, non se ne sono andati da soli, ma in buona compagnia, con tutte le paranoie, la stanchezza e qualche mio grosso blocco psicologico.
Stavolta ero veramente ad un passo dall’irreparabile, amorfa, senza forze e negativa in ogni poro della mia pelle, sopraffatta da una crudeltà muta e non mia.
Ebbene ieri sera è stato finalmente chiaro di chi volesse occuparsi nostra figlia: di me.
Pensavo il contrario, visto che appena andava in braccio al papà urlava come un ossesso, quindi me la prendevo ulteriormente con lui (ormai avevo veramente toccato il fondo dicendogli già cose orribili e non vere) ma tutto questo non per dire "non voglio stare con papà" invece "mamma hai qualcosa che non va, voglio proteggerti e aiutarti, non mi allontanare, non abbandonarmi, sono qui PER TE!". Poi lei si addormenta in braccio mio per il pisolino pre-pappa ed io disperata “nooooooooooo sono le 9 chissà quanto dorme e chi la fa addormentare più tardi!!!!” preludio quindi di discussione con mio marito…
Io non riuscivo a parlare con lui, riuscivo solo ad accusarlo, non riuscivo neppure a guardarlo e a stare seduta come una persona normale, nella sua infinita pazienza me lo ha fatto notare, sempre gentilmente ed ha esposto quella che poteva essere secondo lui la vera questione e amareggiato ha più o meno detto questo: “l’unica possibilità che mi viene in mente, se ti comporti così e non mi parli, è che stai pensando al perché stai con me, perché non ti vado più bene…almeno alzati e dimmelo guardandomi negli occhi.”
Le mie viscere si sono contorte. Avrei voluto vomitare, piangere, urlare, picchiarlo, mandarlo via, stringerlo, morire, buttare via tutta la vita passata con lui, invece non sono rimasta che in posizione fetale sul divano.
La situazione era davvero grave, ma in quella Francesca si è svegliata, così di mala voglia mi sono alzata e mi sono presa cura di lei, insieme a lui ma senza mai guardarlo, le ho dato il biberon e poi abbiamo iniziato le pratiche per l’addormentamento che ovviamente non avevano esito.
Dentro ero in subbuglio e sentivo che stavo per esplodere, ma non sapevo come.
Così Nicola si è alzato e per primo è andato a fare una pulizia.
Io ero speranzosa che sarebbe successo qualcosa e la bambina smettesse di piangere, così potevo finalmente andare a dormire, ero troppo stanca, ma sapevo che se lei si fosse addormentata Lui non avrebbe lasciato morire quel discorso interrotto a metà.
Lui è velocissimo, non ha trovato nulla.
Maledizione!
Sconforto, rabbia, stanchezza ancora mi dominavano.
Poi quella vocina soffocata emerge per un attimo “fallo anche tu! Provaci! Puoi farlo!”… le do retta.
Così schiaffo la tata in braccio suo e nonostante le sue urla corro decisa in camera e faccio quello che avrei dovuto fare molto tempo prima probabilmente, ma col senno di poi ho capito che solo quello poteva essere il momento giusto, per una serie di cose accadute.
La pulizia è durata almeno un’ora, ho trovato di tutto, energie, comandi, entità (a manetta) e fatture.
Il lavoro è stato molto, molto impegnativo.
Finita questa pratica ero completamente diversa, addirittura mi sono accorta di aver recuperato vista e udito, nonché gioia di vivere e serenità, ma la cosa più grande e bella è stato sentire l’Amore che provavo per Nicola e Francesca. Mi sono liberata di un grosso blocco sulla sessualità e ho vissuto, finalmente, la notte più intensa e goduriosa della mia esistenza.
Si è aperto il sipario, mi sono riappropriata della mia Vita con fatica e impegno e con ostinazione, ho finalmente messo a frutto un anno di lavoro, ho usato le chiavi che mi erano state date e che avevo lasciato impolverare in un cassetto, un doveroso ringraziamento va ad Antonino, Emanuele e Mario Totti, che si prodigano per diffondere questa pratica di pulizia per il bene di tante persone e del mondo intero.
Ancora tanta strada c’è da fare, ci mancherebbe! Però sono sicura che la prossima volta che cadrò saprò rialzarmi più in fretta, sapendo cosa fare, ora l’ottimismo è in me, la forza di chi sa che può farcela, ma soprattutto la potenza di un Amore davvero incommensurabile per Nicola, Francesca, la mia famiglia e tutti gli esseri del creato.
Lo spettacolo è appena cominciato.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ciao Giadina...Il tuo post non mi lascia nè stupito nè meravigliato, è una cosa normalissima che succede quasi a tutte le coppie alle prese con un neonato, o quasi. Io ho avuto tre figli, e ti posso assicurare che anche a me e mia moglie è sucessa la stessa cosa. Con il primo, con il secondo e anche con il terzo. Si dice che l'esperienza insegna, ma non è sempre così, specialmente quando si ha a che fare con figli piccoli,e, nel caso della donna, quando si esce da una gravidanza. Ci sono sempre incomprensioni e la voglia matta di addossare colpe all'una da parte dell'altro, e all'altro da parte dell'una. E' quasi statisticamente provato....hehehehe....Dall'alto della mia esperienza (sic!) posso solo consigliarti, anzi consigliarvi, di non chiudervi in voi stessi, di non pensare e credere che la colpa sia sia esclusivamente dell'una e dell'altro. C'è sempre, ammesso che ci sia, una corresponsabità. Il figlio lo avete fatto insieme, e insieme dovete avere, come si dice, onori e oneri. Un figlio non è solo bello quando mangia e dorme, o quando non dà fastidio. E' soprattutto bello e da amare, quando non sta bene, quando non dorme, quando vi fa fare nottate, quando non mangia...E' lì che un genitore deve sentirsi genitore, e orgoglioso di aver messo al mondo una creatura. Un abbraccio a te, una stretta di mano a Nicola e un bacionissimo a Francy...