29 maggio 2008

Una serie di sfortunati eventi

Settimana movimentata... Diciamo così.
Dopo una domenica gironzolona tra parenti e compari (con una bella pizza per coronare il tutto) è arrivato il fatidico lunedì.
Il Generale riprende il suo lavoro ed io il mio, faccendo e sfaccendo tutto il giorno per casa con il risultato di essere stanca morta alle 18.00 e dopo aver stirato per un pomeriggio intero mi ritrovo l'armadio di nuovo pieno di indumenti puliti che mi sorridono (la pazzia avanza), appena asciugati al sole, pronti per regalarmi altri pomeriggi pieni di caldo al ferro da stiro o alla pressa, un lavoro veramente hard...
Bah, lasciamo stare!
L'Infanta Imperatrice ha imparato un paio di nuovi giochetti: uno innocuo, l'altro no.
Nel primo si cala nei panni della bella lavanderina, cioè: si svuota addosso il cestino delle mollette da bucato e si infila nella bacinella grande, suppongo sia per vedere com'è la vita del vestitino bagnato prima di essere amorevolmente sbattuto dalla mamma e poi steso con stiracchiamenti sullo stendino ruotoso (che le sfugge sempre di mano ma quando lo agguanta riesce a farselo cadere addosso), fin qua niente di male a parte un sospetto masochismo e la solita voglia di esplorazione bambinesca.
Il problema è il secondo gioco: lo sputazzamento della pappa. Non occorre che spieghi nulla, avete già intuito tutto, perspicaci!
Ma eccoci al clou degli eventi: Il Generale Vittorioso, quella sera di lunedì 26 maggio, ha la fatidica sfida a calcetto con i colleghi di lavoro, una dovuta rivincita in quanto la prima partita è finita con un insoddisfacente pareggio.
Io ho una strana sensazione fin dal mattino, ma scaccio i miei pensieri assurdi con la foga della massaia occupata e non ci penso a dirlo al Generale.
Arriva la sera, lui mi chiama "Amore andiamo a giocare, ci vediamo più tardi e bla bla bla..."
Ok, dico io a dopo, e dentro di me già impreco, sono sfinita e Francesca ha fatto un solo blando pisolino all'ora di pranzo e non mi ha lasciato tregua per tutto il giorno, in più ho una fame nera, ma decido di aspettarlo... a che ora vuoi che arrivi, sarà qua per le 20.00...
No!
Va bene... intanto mangio un po' di insalata.
Trinità suona sul mio cellulare, è il Generale, rispondo "Ciao amore come va? ... Ehm... mi sono fatto male a un piede ..."
[ E qua penso Porcc... ]
"Quanto male?"
"Eh ... è solo una storta sai, ma sono gonfio... comunque adesso vengo a casa, arrivo subito"
Intanto l'Imperatrice strilla a squarciagola, così alle 9 le dò la sua ciucciona e, mentre apre la porta il Generale, lei finalmente si assopisce e una tortura finisce.
Bene, dò da mangiare all'affamato e dolorante marito e mi faccio raccontare l'evento infortunoso.
L'erba era alta, lui era galvanizzato per la ritrovata leggerezza fisica (causa nostra massacrante dieta che però ha avuto i suoi frutti) e in un fulmineo cambio di direzione (dai amore diciamolo! Volevi fare troppo il figo con i colleghi!!!!) il piedino sinistro si è intrippato sul tappeto sintetico e, gravato da tutto il lieve peso corporeo, si è massacrato.
"Andiamo al pronto soccorso..."
"No no! Non se ne parla non è niente mi è successo tante volte! Casomai vediamo domattina come va."
Inutile insistere, sono troppo stufa, andiamo tutti a nanna.
E così la mattina seguente proprio non ce la fa, è tutto gonfio e con un super ematoma, allora decide di farsi portare all'ospedale dal mio papino.
Manco a dirlo dopo la prima lastra l'infermiera esce pallida e gli dice :"Nicola! Ti sei rotto proprio per bene!"
FANTASTICO!
Ma il meglio deve ancora avvenire, infatti dopo la visita ortopedica decidono di fare un intervento chirurgico. Il Signorino infatti non si è procurato una semplice fratturina, bensì una frattura scomposta multiframmentata. Il ricovero è fissato per mercoledì.
Tornano a casa mogi mogi, mi organizzo un attimo ed espleto per lui le varie incombenze di scartoffie, portandomi appresso l'Infanta, vado a conoscere il medico che sarcasticamente commenta le radiografie con un: "non è possibile che si sia fatto questo da solo!!! O gli è passato sopra un blindato o pesa 200 kili!!!" Sorrido amaramente ed escludo entrambe le ipotesi, infine
me ne vado con le pive nel sacco visto che devo tornare con le carte di dimissione dell'ospedale.
Al ritorno preparo la borsa per il Generale ferito, hanno pronosticato una degenza di 4 giorni, meglio abbondare con il vestiario e tutte le cose inutili per lo svago, cosicchè la saccoccia pesa un quintale.
L'uomo è dolorante ma non si lamenta molto: deve tenere il piede alto e con il ghiaccio che però non arriva a rinfrescare la pelle dato che gli hanno posto una doccia di posizione per bloccare il piede e pare imbottito più di un tricheco grasso che debba superare l'inverno.
In più il mio uomo è triste, si sente in colpa e di peso per la famiglia... dura da digerire e da consolare sta frattura morale.
Passa così anche il martedì ed arriva il giorno fatidico dell'intervento, il mio grande padre arriva alle 6.30 (noi nel frattempo ci siamo svegliati alle 5.00 convinti che dovesse arrivare alle 6.00 ...).
Io sono mezza in coma e mi trascino di qua e di là per preparare le ultime cose ed assistere il maritino, siamo preoccupati entrambi, ma cerchiamo di non dircelo anche se ce lo leggiamo in faccia.
Gli uomini arrivano in ospedale e all'inizio sembra che l'operazione si faccia in serata, ma poi improvvisamente viene chiamato d'urgenza e va in sala operatoria. Il mio babbo rientra nell'hangar e io parto.
Porto la piccola da mia mamma (con annesso mezzo trasloco) e mi avvio per strade sconosciute verso il lontano ospedale.
Ecco se qualcuno mi conosce sa che non mi oriento neppure nel cesso tra wc e lavandino, ora pensatemi per strada, con la testa in subbuglio per l'accaduto e con miliardi di deviazioni causa lavori in corso OVUNQUE.
Disperata cerco cartelli con la scritta "Dolo" ma svaniscono magicamente alla seconda rotatoria, costava evidentemente troppo metterli ad ogni bivio, così OVVIAMENTE mi perdo e devo vagare per un'ora prima di approdare al tanto agognato sanatorio.
Finalmente sono là, ma il mio Pucci non c'è, è ancora in sala operatoria.
Attendo, attendo, attendo... leggo tutti i quotidiani, anche quelli di tre giorni fa, tanto ci sono solo morti e disgrazie, non cambia che sia lunedì o mercoledì.
E poi eccolo! La barella che avanza e lui dentro non mi vede, ma io so dove andare, aspetto che lo depositino e in un baleno gli sono accanto.
Il mio amore.
Gli hanno fatto un bel lavoretto, hanno inserito ferri, anelli e quant'altro per sistemarlo a dovere, il commento del medico appena aperto il piede è stato "Porca Puttana! ... evabbè... " insomma hanno sudato ma ce l'hanno fatta.
Il dramma post-operatorio è stato smaltire l'anestesia (spinale con annesso mal di testa e schiena) ed accorgersi di avere dei corpi estranei nel piede, nonchè cercare di fare pipì da sdraiato per poter ambire ad un goccio d'acqua... non ce l'ha fatta fino alle due di notte, poverino.
Poi i compagni di stanza che russano e uno delle stanze accanto che è impazzito e si è messo ad urlare finchè non è stato sedato, insomma una classica notte da incubo.
Ma il giorno dopo, oh che liberazione!
Il Beato giovedì gli fanno il gesso e lo spediscono a casa!
Gioia e giubilo di tutti!
Stiamo dai miei genitori per non doverlo traumatizzare con due rampe di scale, proprio così di botto, ed infine oggi, venerdì, torniamo alla nostra tranquilla e scara dimora.
I dolori si sono un po' attenuati e anche la bambina oggi si è tranquillizzata, tanto che nel pomeriggio ci siamo fatti tutti un bel pisolino nel nostro lettone tutti e tre assieme.

Concludo questo disordinato racconto con alcune considerazioni:

1 - continuo a ritenere che lo sport sia dannoso per la salute e questa storia ne è una dimostrazione;
2 - la dieta è bastarda, però sono riuscita a rientrare nei miei jeans pre-gravidanza, per la serie: a volte soffrire serve a qualcosa;
3 - un sentito ringraziamento ai miei genitori, base di appoggio insostituibile, ottimi baby sitter e straordinari coadiuvatori nei momenti di maggior bisogno;
4 - grazie al Servizio Sanitario Nazionale e allo Stato per non avercelo ancora messo a pagamento totalmente come in altri posti del mondo cosiddetti più evoluti di noi (ma dove!!!), nonostante alcuni disservizi siamo ancora molto fortunati;
5 - spero di non rompermi niente, MAI;
6 - Nicola ti amo tantissimo anche se sei invalido, non sarai mai un peso per me, mi procuri qualche grattacapo, ma infondo ce lo siamo promessi di stare assieme ed amarci e rispettarci nella salute e ANCHE nella malattia...
- grazie anche a tutti coloro si sono interessati con messaggini e telefonate, sarete sempre nei nostri pensieri amorevoli;
7 - questo post è davvero troppo lungo e mal esposto, se siete arrivati fin qua siete degli eroi!!!

Infine La domanda ora è (anzi sono):

riusciranno i nostri eroi a cavarsela per i prossimi 45 giorni???
Sclererà la qui presente in presenza di due esseri da accudire, il più piccolo dei quali sempre più tremendo?
Riusciremo ad andare ad almeno 2 dei tre concerti di cui abbiamo i biglietti? (Uno ormai è perduto, fra una settimana non mi sento certo di portarmi un uomo ingessato ad Udine per vedere Knopfler...)

La risposta a tutto questo è :
Non lo so... però c'ho ragione e i fatti mi cosano!!!

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Siete proprio forti...

papi

Dyda ha detto...

Grazie papà!!!

Anonimo ha detto...

non ho parole ....mitici...e tu mamma mia che forza....komplimenti ankora