10 maggio 2008

Anomalie felici

Sto sorridendo. Ho appena finito di vedere un film: “Vero come la finzione” il suo titolo.
Come al solito ho versato qualche lacrima sul finale, ma sempre col sorriso, poi sono uscita a fumare una sigaretta, ridendo di me e del film.
Non doveva essere questo il tema del post di stasera (dovrei dire di stanotte ormai), eppure una frase dell’ultima scena non può non essere menzionata e dice più o meno così: “ le piccole cose che ci accadono ogni giorno, quelle che consideriamo anomalie, succedono proprio per salvarci la vita”…
Eh eh eh!
Oggi di anomalie ne sono successe parecchie!
Stamattina dovevo alzarmi e svegliare presto l’Infanta per precipitarmi dai miei genitori a cui lasciarla in custodia per il mio grande viaggio verso La Città, alla ricerca del Dipartimento Provinciale del Lavoro per convalidare le mie dimissioni, invece mi sono attardata sui blog di alcuni amici e così sono arrivata dai miei in considerevole ritardo sulla tabella di marcia prevista.
Vengo così a conoscenza dello sciopero dei mezzi pubblici, maledizione, io detesto guidare in città e questa sarebbe la seconda volta in una settimana, cosa mai successa in tutta la mia intera esistenza, contando poi che a Mestre io in macchina non ci sono proprio mai andata, sì potete ridere a crepapelle, siete autorizzati.
Il programma era quindi l’autobus, ma nell’incertezza del passaggio dello stesso, in assenza di biglietto e in spropositato ritardo colgo la decisione di avventurarmi da sola nella selva cittadina.
La strada, tante volte percorsa con l’arancione torpedone, mentre avanzo in solitaria è completamente mutata: nuove rotonde (la mania del periodo da qualche anno a questa parte), sottopassaggi ignoti e cosa sbalorditiva zero traffico! Tutto ciò rende il percorso irriconoscibile.
Sorpresa delle sorprese non sono neppure agitata, fantastico!
Un po’ intimorita raggiungo il luogo fatale del parcheggio all’aperto, il solito e l’unico che conosco nella protetta zona conosciuta. Pieno. Rapida rassegna mnemonica … c’è poco distante un garage sotterraneo, sempre a pagamento, orrore, non ho mai parcheggiato in un luogo pubblico sottoterra… il solo pensiero di sporgermi a prendere la tessera dell’entrata mi blocca, ma sì dà il caso che io non abbia alternative, così a venti metri dalla sbarra controllo lo specchietto retrovisore, non c’è nessuno così mi permetto di indugiare e di cambiarmi gli occhiali da sole con quelli da vista.
Arriva il fatidico momento … devo prendere quella benedetta tesserina magnetica per entrare e come prevedibile accosto un po’ troppo in là e devo dibattermi come un’anguilla tra la cintura che preme e il finestrino per afferrare l’oggetto del desiderio non voluto, alla fine ci riesco e mi addentro nelle viscere cementate della terra.
Giusto per essere sicura di trovare posto penso di andare giù al secondo piano, una volta raggiunto mi accorgo di aver toppato alla grande, lì c’è posto solo per gli abbonati e ogni posto auto ha la targa scritta m***a! Ok un bel respirone e cerco la strada per risalire, la trovo e mi imbuco negli angusti corridoi dove sento le ruote della mia rombante Renault scricchiolare e cigolare nelle inevitabili svolte. Come al solito i cretini parcheggiano malamente inducendomi a manovre senza speranza per cercare di entrare in un buco troppo piccolo anche per la mia minuscola utilitaria, la disperazione avanza ma ecco che una coppia di anziani con le buste della spesa aprono la loro vettura e se ne vanno, Dio lo benedica! Finalmente parcheggio. Seconda sfida è trovare l’uscita e localizzare la cassa per non girare a vuoto più tardi, per fortuna il posto è piccolo e ce la faccio in pochi minuti, infine esco all’aria aperta sotto il sole abbagliante e mi ricambio gli occhiali,
Ora, Mestre non è grandissima, eppure il mio adorato marito conoscendo il mio nullo senso dell’orientamento mi aveva stampato la cartina per non sbagliare, peccato sia rimasta sul tavolo della cucina, mi appello così a tutte le mie forze di rievocazione visiva della stessa con risultato zero.
Alzo il polso sinistro per controllare l’ora… non ho nemmeno l’orologio! E poi… questa sensazione di nudità, cos’è? Ah bene! Ho lasciato sul comodino anche la fede!!! Fantastico.
Estraggo quindi il cellulare, è tardissimo, considerando che non so dove andare mi dirigo a passo spedito verso l’unico luogo certo che ricordi nella mappa: il centro commerciale Le Barche.
Cammino davvero veloce e sotto il sole cocente inizio a sudare di quel po po!
Vengo interrotta almeno due volte da gente che mi vuol chiedere informazioni e pubblicitari vari, ho l’aria da vera mestrina, penso, allora mi scopro a osservare la mia immagine scorrere sulle vetrine e mi trovo tesa, con la faccia da stronza e squilibrata in avanti tenendo freneticamente la borsetta, che pessimo spettacolo! Mi sento osservata, ma insomma dai sono già abbastanza in ritardo non è il caso di perdersi in questi pensieri stupidi!!!
Vago con aria convinta per varie vie, ritrovandomi dopo un bel po’ in un posto che so essere esattamente all’opposto di dove devo giungere, Ossignur, mi arrendo e comincio a chiedere informazioni tornando indietro per una strada diversa, speriamo bene.
Nessuno mi sa dire dove sia quello che cerco, inizio a impanicarmi però senza agitazione interna, positivo, penso.
Vedo dunque una signora e la fermo cortesemente per chiedere informazioni, lei incerta mi indica un percorso (le signore precedenti mi hanno mandato a funghi speriamo che stavolta vada meglio) e finalmente giungo davvero nel posto che cercavo, ah gli agognati uffici sono proprio qui dove un cartello, il più bello che abbia mai visto in vita mia, mi conferma la fine del peregrinare.
Sbaglio un paio di volte corridoi e stanze per scoprire che devo andare al quarto piano però dalla porta un po’ più in là, ma ormai sono felice di essere lì e niente conta più.
Approdo nell’ufficio corretto e sbrigo le pratiche con dei funzionari evidentemente alle prime armi, meridionalissimi, burocrati impacciati e ligi, ma molto gentili e comprensivi, nonché pieni di senso dello stato visto che a mezzogiorno in punto hanno annunciato un minuto di silenzio per ricordare Aldo Moro nell’anniversario della sua morte.
Giusto questa piccola anomalia porta poi uno dei suddetti impiegati a pronunciare una frase magica alle mie orecchie il cui senso era chiarissimo “se ti licenzi entro l’anno di età di tuo figlio hai diritto alla disoccupazione anche se ti sei licenziata tu” e poi dicono che l’Italia fa schifo, ma per favore, non diciamo fesserie! All’estero pigli una pedata nel sedere e tanti saluti, noi siamo ancora tutelati come dei bambini in fasce con una madre premurosissima. (Fine della declamazione patriottistica)
Continuiamo la trafila di carte e mi fanno un sacco di domande per assicurarsi che non sia stata minacciata in qualche modo o incoraggiata a lasciare il lavoro, in realtà è stato il contrario e rispondo serena anche a tutti i quesiti statistici sugli asili nido.
Mi faccio infine spiegare come funziona la storia della disoccupazione, loro tutti felici mi indicano cosa fare e me ne vado doppiamente allegra.
Il pensiero della strada del ritorno al garage mi rabbuia solo un istante perché percorrendo la via nell’altro senso mi ritrovo in un luogo conosciutissimo che avevo frequentato qualche anno fa, il sorriso si allarga sempre più e mi ritrovo in men che non si dica nel parcheggio, penso alla scammellata fatta prima e mi consolo pensando che è stato solo un bene così ho fatto del sano movimento!
Stavolta la sbarra dell’uscita non mi frega accosto ben vicina ed esco trionfante!
Evviva, sono a casa vittoriosa con la mia piccola tra le braccia ed ogni anomalia ha fatto qualcosa per migliorarmi la giornata, in più stasera sono qui, davanti al mio bel pc dopo aver visto un bel fim per raccontarvi tutto questo … non è fantastico?

2 commenti:

Anonimo ha detto...

hahahahhaha...è davvero bello leggerti! Pur nelle tue peripezie, pur nelle tue "incazzature" riesci sempre e comunque a trovare una certa verve autoironica, che rendono piacevoli le tue disavventure. E soprattutto riesci a farcele "vivere" con te. Un abbraccioooooo

Dyda ha detto...

Ciao Marioooo!
Grazie mille, cerco di rendere leggere le sfighe di ogni giorno, perchè si sa in fondo c'è molto di peggio al mondo :-)
Abbracci e grazie della visita!