26 marzo 2008

Paura e angoscia

Non avrei mai pensato, prima di ieri sera, che potesse accadere qualcosa di simile proprio a noi.
In verità a noi non è successo nulla, siamo solo stati testimoni, nostro malgrado, di un dramma familiare che si consumava proprio sopra le nostre teste...
Dopo una giornata serena e fitta di lavori domestici ero sdraiata in divano e avevo appena iniziato un nuovo capitolo del mio bel libro, Francy schiacciava un pisolino prima delle ultime pappe e il Generale stava davanti al pc alla ricerca della nuova attrezzatura musicale... sono le 21.
Improvvisamente la piccola si sveglia singhiozzando e dopo poco si sentono rumori dal piano di sopra, il bambino piccolo piange e di punto in bianco si sentono grida concitate"Aiuto! Aiuto! Aiutoooo!"
...
Non si può restare impassibili a una richiesta di aiuto tanto disperata, mi fiondo nel pianerottolo, mio marito ha la piccola in braccio perciò vado io, salgo le scale e tutte le altre famiglie fanno lo stesso. Mi fermo a metà della seconda rampa, quel tanto che basta per vedere una donna con un bambino in braccio che piange, strattonata dal marito, mentre urla "Aiuto! Mi picchia davanti al bambino, è pazzo!"
Rimango pietrificata. Le mani davanti alla bocca spalancata, incapace di muovermi, di parlare, quasi di respirare...
Loro litigano per le chiavi di casa, lei lo sta sbattendo fuori, intanto salgono gli uomini per cercare di capire qualcosa, per calmare le acque, ma a quel punto lui inizia ad inveire contro i dirimpettai e si lanciano in una lite senza senso, mentre una signora piange e mormora "non si può vivere così..." un inferno.

Io mi riscuoto e tremante torno nel mio appartamento, chiudiamo la porta, lasciamo che finiscano di discutere e lui se ne vada.
Pochi minuti di follia, per provare una paura mai conosciuta, un senso di angoscia profondo che ti fa vacillare, eppure non è successo a me, a noi, ma invece a quanti, ogni giorno, accade?
Quanta gente è minacciata ogni istante in luoghi di guerra, in posti sperduti, tra le mura di casa...
e questo era quasi niente.
Come se non bastasse alle 23 c'è stato il bis con tanto di scazzottata tra i rispettivi parenti!
FOLLIA!
Io non riuscivo a calmarmi, figurarsi la bambina che mi cercava costantemente, impaurita e sperduta. La nottata è stata conseguentemente tesa e triste, con un sonno leggero e spezzato, quel tanto che basta a staccare un attimo la mente per poi riprecipitare in quelle urla stridule che chiedevano aiuto...

Pensavi davvero di vivere in un paradiso?
Si un po' lo pensavo. Ora non più.
Come può andare avanti questo mondo tra tutto quest'odio e questa paura? Non gli viene voglia di fermarsi e far smettere tutto, una volta per tutte?

3 commenti:

Nuvre ha detto...

Non è l'accaduto che sconvolge. Sono le espressioni dei volti sconvolti, i toni di voce incrinati dal terrore e dalla follia.
Tesoro, se questo fosse il paradiso non ci sarebbe niente da imparare, guarderemmo la vita d'altri scorrere, avvolti nel nostro eterno, lungimirante silenzio.

Dyda ha detto...

Stavolta devo proprio darti ragione.
Non è l'accaduto in sè, ma le emozioni degli altri che mi hanno attraversato violentemente e io, invece di lasciarle andare, le ho fatte mie soffrendone più del necessario.
Imparare, prendere coscienza, amare,accettare, perdonare e pregare, è questo quello che possiamo fare per migliorarci e migliorare il mondo.

Anonimo ha detto...

"Imparare, prendere coscienza, amare,accettare, perdonare e pregare, è questo quello che possiamo fare per migliorarci e migliorare il mondo."

.... e perdonare, e perdonare, e perdonare, e....

vivere "ora"
vivere ancora (anc'ora, anche/ora!)

ciao bene mio
papi