20 febbraio 2008

Papà


Quando si sta per dire qualcosa di serio, di vero, di sentito, è sempre difficile iniziare.
Non saprei proprio da dove cominciare a descrivere il nostro rapporto, forse perché ancora non lo so di preciso, penso.
Sei sempre stato per me IL punto di riferimento.
Ogni tua parola per me è La Verità, anche per questo non distinguo spesso i tuoi scherzi dalla realtà.
Ti ho già detto che il mio desiderio costante è avere la tua approvazione, in tutto, per tutto, perdendo di vista certamente quello che magari davvero andrebbe “bene per me”, è un meccanismo che non riesco a staccare, un cordone ombelicale che non riesco a tagliare e forse non voglio proprio farlo, per ora.
Non so raccontarti la mia immensa gelosia per te, in ogni senso. Ogni volta che parli con qualcuno di cose importanti vorrei che lo facessi con me invece che con quella persona, ogni volta che sei al telefono con qualcuno (e ci stai ore a volte) vorrei essere io quel qualcuno, tutte le volte che sei là piantato davanti al computer … vorrei essere io a destare tutta questa attenzione in te.
Mi manchi continuamente e non so spiegarmi perché. Piango, spessissimo, nel pensare a quando non ti avrò più sul serio. Sento che hai talmente tante cose da insegnarmi ancora, da dirmi, da raccontarmi, anche solo per farmi ridere come quando ero una bambina.
Eppure davanti a te i miei occhi ti sfuggono, non riesco mai a dirti quello che sento, non riesco a raccontarti di me, della mia vita, dei miei pensieri, dei miei comportamenti, dei miei sentimenti… temo che non ci riuscirò mai a voce.
E’ proprio come quando ti innamori da piccolo, davanti al tuo Amore vai in confusione e dalla bocca non escono mai le parole giuste, ti senti solo in imbarazzo e per non fare brutta figura preferisci lasciare perdere e stare a guardare, il tuo sogno che ti sfugge, ancora una volta, ma almeno l’hai visto, magari sei stata fortunata e gli sei stata accanto per qualche attimo mentre il cuore ti scoppiava in petto.
E’ più o meno così che funziona in me. E adesso mi vergogno come una ladra, beccata con le caramelle in mano che cerca di nasconderle in fretta in tasca.
Non era proprio questo che volevo dirti.
Volevo elogiarti, farti bello davanti al mondo intero, dire quanto sei meraviglioso, invece ancora una volta sono stata egoista, ma non cancellerò proprio un bel niente e lascerò tutto come sta, non darò retta a quella vocina, no!
Intanto è spuntato un laghetto sulla scrivania e gli occhiali si sono appannati…
Ti voglio tanto bene papà. Il mio primo Maestro, il mio primo innamorato, la mia prima delusione, la mia più grande allegria, la mia più inconsolabile tristezza, tutto questo e molto di più sei tu per me…
Mio mio mio mio mio mio per sempre!!!!
Auguri.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Non ho parole!!!!....Una sola cosa: non pensare al dopo, pensa e goditi, fino all'ultimo, l'oggi..

Nuvre ha detto...

Un abbraccio di sommario rispetto.

Chi potrebbe mai capire questo padre, così simile agli altri ma al contempo così adorabilmente complesso.
Ogni nostro confronto è uno snervante privilegio, da cui esco ognitanto indenne, mai vittorioso e sempre arricchito da quel sano dubbio che instilla in me un pò di senso autocritico.

Anonimo ha detto...

Laghetto n° 2!

n° 3!

n° 4!

Ecc... Eccc.....

Vorrei essere il Michelangelo e darti anch'io una martellata su un ginocchio come fece lui con il Mosè urlando: "Perchè non parli!!!?"

Ma poi mi rendo conto che le tue parole mi avrebbero solo attraversato fulmineamente il cervello, entrando da un orecchio e uscendo in fretta dall'altro, talmente in fretta che sarebbero cadute a terra rompendosi in mille pezzi, tutti senza nessun significato residuo...

Domani avrei già sbiadito il ricordo, e l'alzhaimer dopodomani me lo avrebbe cancellato....

Meglio leggerti! e rileggerti! e rileggerti! e rileggerti!
E rileggerti con altri laghetti!
Molto meglio!

Grazie Giada.

Grazie Blog.