23 luglio 2008

R.E.M. live @ Arena di Verona


L’ultimo concerto della stagione se n’è andato, lasciandomi emozioni meravigliose.
Il mio gruppo preferito non mi ha deluso, mi ha fatto vivere un’esperienza indimenticabile, ancora una volta.
E’ la terza volta che assisto ad un concerto dei R.E.M., la prima nella torrida estate del 2003 (luglio mi sembra) allo stadio di Padova è stata l’emozione più grande, ma li ho visti lontanissimi e con un’acustica orripilante, la seconda nel freddissimo gennaio 2005 a Bolzano nel Palaonda, il miglior concerto come sonorità e vicinanza al palco, infine lunedì 21 luglio 2008 alla stupenda Arena di Verona.

L'attesa fuori dall'Arena
Già l’ambientazione vale il viaggio … ah sì il viaggio!!!
Eh ormai lo sapete che da un pezzo il Generale è infortunato, quindi ho guidato io!
E’ stata la mia prima volta in autostrada e già come inizio non riuscivo ad arrivare al biglietto al casello d’entrata (dopo una disquisizione col Generale se avessi preso o meno l‘entrata giusta), beh alla fine ho slacciato la cintura e mi sono sporta oltre la porta recuperando l‘infame pezzetto cartaceo.
Il tragitto è stato tutto sommato breve, ma intenso, da Padova Est a Verona Sud sono stata quasi sempre in terza corsia ad una velocità ragguardevole, non avrei mai creduto di essere così “spericolata”, ad ogni modo siamo ancora tutti sani e salvi, quindi vuol dire che ho guidato bene, no?
Il bello è stato all’uscita! Ha! Indovinate la mia fortuna, imbocco una delle tante uscite e cosa trovo al posto dell‘omino? Un cartello con scritto: sciopero del personale… e mo che ‘azz facciamo? Usciamo senza pagare??? Noooooo che poi ci arriva la multa magari… facciamo una bella retromarcia! E via, cambiamo di casello.
Chiedo delucidazioni all’omino su cosa sarebbe accaduto se fossi uscita di là, ma non ho ricevuto risposta se non “si impara a pagare l’autostrada…” ma che cavolo vuol dire??? TU fai sciopero e IO devo imparare cosa??? Ok, ok, lasciamo stare… usciamo dal casello e ci imbottigliamo nella trafficatissima Verona.
Belli fermi in coda con un sacco di macchine che cambiano di corsia che secondo me neanche loro si capivano più dove andare, misteri cittadini!
Dopo una mezz’oretta arriviamo al primo parcheggio e ci fiondiamo dentro, scopriamo così che era un garage custodito e ci pelano distintamente 15 euri avvertendoci che chiudevano mezz’ora dopo la fine dello spettacolo. Ammazza! Noi col Dott. House forse non ce l’avremmo fatta, elaboriamo così la strategia di fuga in anticipo delle donzelle con recupero del Generale “più dopo”.
Dopo la prima rapina ne segue una seconda: il bar. Necessitiamo infatti di viveri e bagno, così se ne vanno altri 7 euri di due paninetti da un centimetro quadro, due tramezzini che sembravano grandi ma alla fine erano solo vuoti e due bottigliette d’acqua.
Questa volta non mi sono portata il cibo da casa: primo perché non avevo voglia di portarmi 2 borse (da sola) e secondo perché non avrei retto ad un secondo scambio con del petto di pollo crudo! Come? Dite che una volta fatto un errore ci si ricorda di non farlo la volta seguente? Ah, beh, può darsi, ma giusto per non incorrere in altre delusioni meglio eliminare il problema alla radice.
Bene, risolti i problemi di sopravvivenza alimentare e fisiologica ci mettiamo in marcia per l’Arena, pian pianino, senza fretta, tanto di gente ce n’era talmente tanta che di scegliere il posto dove sedersi non si poteva neppure pensarlo! Arriviamo e ci mettiamo diligentemente in coda, intanto mangiamo, chiacchieriamo ed iniziamo a vestirci, perché il caldo sole ha lasciato il posto ad un celo striato di nubi e un vento fresco non troppo allettanti.
Il panorama della piazza con tutte quelle file di gente, come raggi emanati dal pietroso sole dell’ Arena, era davvero suggestivo.
Aprono, un po’ in ritardo, i cancelli ci avviamo quindi alle gradinate, in piccionaia, lassù sui gradoni millenari di quest’antico anfiteatro, così alti da scalare, specialmente per il Generale!
Guarda che ti riguarda riusciamo a beccare un posto sufficiente a depositare i nostri tre fondoschiena in una posizione laterale, ma non troppo, rispetto al palcoscenico e ci sediamo sui nostri cuscini ricavati da un materassino da palestra, in attesa dell’inizio del concerto.


Pubblico in attesa

Dalle 19.30 fino alle 21.00 la gente è continuata ad arrivare, come formiche infestanti ha invaso gli anelli e la platea di questa vecchia Arena, tutti trepidanti ed emozionati per quello a cui avrebbero assistito.
Le nostre chiacchiere divertite sono ritmicamente interrotte dai venditori ambulanti di bibite e panini, uno di loro aveva un’intercalare che a noi risultava molto divertente, anche perché lo vedevi aggirarsi con una pancia tipo donna gravida in 9 mesi, schiacciando un po’ tutti, baffo stile “Roberto” (il tele-venditore sempre senza fiato) e rubiconde gote paffute, era impossibile non risultarne almeno sorridenti!
“Hè! Co-ca, Bir-ra, Tè, pa-ni-nò! Bir-ra, Co-ca tè, pa-ni-nò!
Non rende l’idea, ma non ho l’audio purtroppo.


Mike Mills (maglia arancione) si beve una birra prima del concerto ...

Passa così un’oretta ed ecco arrivare il gruppo di spalla, fastidiosissimo, terribile, con un volume da far saltare le coronarie, tremendo!
La mezz’ora più brutta della giornata, appena trovo chi erano ve lo dico così risparmiate i soldi e non comprate i loro ciddì. [nota postuma sono gli: EDITORS, pare anche che siano famosi… a noi non sono piaciuti!]


Gli Editors il gruppo di spalla.

Un’altro po’ di attesa, intanto spazzano e lavano il palco, sistemano gli animaletti portafortuna di
Michael Stipe,


I mostriciattoli di Michael

finiscono di accordare gli strumenti e poi… nella trepidazione generale, iniziano!
Una scenografia bellissima con un videowall sfalsato, tante telecamere e una sapiente regia, hanno fatto da degna cornice a questo gruppo fenomenale.

La band in azione sul palco

Stipe sul videowall

Le canzoni si susseguono una dopo l’altra con delle brevi pause dove il mio idolo, Stipe, parla con il pubblico con una vocina così dolce e remota…. Introduce le canzoni, fa battutine, ringrazia…
I pezzi spaziano a tutti gli album (tranne forse Up) da quelli vecchissimi a quelli recentissimi, addirittura fanno una versione acustica di “Let me in” da Monster, album dal quale hanno performato diverse canzoni, insomma un delirio, una pazzia collettiva, amore cosmico esplosivo dentro di me, felicità, emozione, tutto quello che si può immaginare, c’era, lì, quella sera.
Non mi vengono parole per descrivere il coinvolgimento e il trasporto che dà sentire tutta l’Arena cantare i pezzi classici “Losing my religion, Dive e Man on the Moon”, tremava il pavimento, vibrava l’aria, si fermava il tempo.

Stipe

Band in azione

Stipe


Mills sulle gradinate

Bello, bello , bello!
Due ore intense e bellissime, un po’ scomode, noi mezzi in piedi, mezzi seduti, infreddoliti, ma esaltati e felici.
Da rifare, ogni volta che ce ne sarà l’occasione!
Termino qui, annotando un traffico terribile ed una coda interminabile per ritrovare l’autostrada, viaggio di ritorno molto più tranquillo, la mia vista notturna è un po’ deficitaria, in più aggiungetevi la pioggia battente (per fortuna ha aspettato la fine del concerto) e una sana stanchezza e tirate le somme.
Il bello è stato scoprire che ci avevano rubato il casello di uscita, per fortuna l’avevano solo spostato più avanti! Così ho fatto pure l’esperienza del pagamento self-service, non c’era personale, un cartello avvertiva “Stazione ad alto grado di tecnologia” … ma pensa te cosa non si fa per risparmiare eh?

Le foto son quel che sono… meglio di così ,purtroppo, non ho potuto fare, la distanza era ragguardevole! (cliccare sulle immagini per ingrandirle, come al solito.)

3 commenti:

massy ha detto...

Che bello il tuo racconto... ultimamente ci dai dentro coi concerti, eh? :-) Ciao. Massimo

Dyda ha detto...

Purtroppo era l'ultimo Massy :(
comunque mi piace raccontare, specialmente cose così belle ed emozionanti...
Un giorno quando avrò l'arteriosclerosi rileggerò queste pagine elettroniche e rivivrò questi bei momenti, spero :)
Ciao Amico mio!
Gia

Anonimo ha detto...

bello il tuo racconto davvero,leggendolo si può vivere con te le emozioni vissute in quelle ore....sono contento che tutto sia andato bene e che tu ti sia divertita, la musica ha il grande potere di innalzare l'anima e dimenticare il quotidiano,basta lasciarsi andare....cè ascolto e ascolto, anche il cuore ha le orecchie, basta saperle usare bene...ti abbraccio con affetto e buona domenica, spero rivederti presto,un saluto al generale e un bacione alla piccola
zio denis